Un quaderno, fogli di carta grezza e ruvida di colore paglierino, una penna stilografica con il pennino morbido che scorre uniforme sulla superficie. Un segno unico, continuo che, cominciando da un particolare ricostruisce l’immagine fino ad arrivare ai margini della pagina. Ed oltre i margini c’è il mondo con strade e case, alberi e palazzi. Sono le mie strade, quelle che ho percorso negli ultimi anni. Ho sempre disegnato, da ragazzo per studio, più avanti per lavoro, cercando nella riproduzione della realtà una perfezione sempre più estrema. Adesso che il disegnare è diventato piacere vedo la realtà che mi si presenta come punto di partenza, ma non di arrivo. L’essenzialità e la libertà del tratto è il mio punto d’arrivo, senza più timore di sbagliare, anzi accettando l’imperfezione come un premio. È questa la mia via, adesso, un approccio quasi Zen del disegno che riporta alla realtà, “qui e adesso”.