Ho chiamato questa raccolta “Le passanti”, prendendo in prestito il titolo di una famosa canzone di De Andrè, traduzione di un brano del cantautore francese Brassens che a sua volta attinge ad una poesia di Antoine Paul (curioso gioco di scatole cinesi delle emozioni). Queste mie passanti sono le tracce, spesso sovrapposte, di tutte quelle persone che ho incrociato nella mia vita. Tracce che sono riemerse dalla memoria e si sono deposte inconsciamente, nel tempo, su un foglio di carta. In ogni volto posso ritrovare qualcosa o qualcuno, ogni volto racconta una storia, vissuta o immaginata, un imbroglio tra realtà e fantasia, tra sogno e veglia. 
E forse qualcuno dirà: “io questa l’ho conosciuta!”.